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The body and mind are inseparable and actually just different facets of a single, unified being. 

John Upledger

La Tecnica Cranio-Sacrale (CranioSacral Therapy), conosciuta anche l’acronimo “CST”, è una tecnica manuale utilizzata in relazione a diversi problemi legati al benessere e alla salute, generati spesso dallo stress che viviamo tutti i giorni, o da traumi fisici ed emotivi.

La CST prende il nome di fatto dalle ossa che sono associate a quello che viene definito Sistema Cranio-Sacrale: le ossa della scatola cranica, quelle del viso e della bocca e la colonna vertebrale (e quindi anche l’osso sacro).

All’interno di questo “sistema” si trovano le membrane che contengono il sistema idraulico del nostro organismo, partendo sempre dalle membrane che si trovano nel cranio (meningi), scendendo per tutta la colonna: un sistema idraulico coinvolto nella produzione e nel riassorbimento del liquido cefalorachidiano (o cerebrospinale, o liquor) che fluisce nello spazio sub-aracnoideo tra le membrane denominate pia madre e aracnoide e che determina il “ritmo” cranio-sacrale.


Il liquido cefalorachidiano svolge un ruolo di protezione fisica e immunologica, di nutrizione (distribuendo i nutrienti nei vari distretti del sistema nervoso centrale) e contribuisce alla regolazione della pressione intra-cranica..

Inoltre la tecnica CST tiene in considerazione tutto il nostro organismo come una “unità” (sistema fasciale), collegato dalla testa ai piedi, in cui struttura e funzione sono interconnesse e che il corpo sia di fatto dotato di una capacità auto-correttiva.

La Tecnica Cranio-Sacrale è quindi un processo di facilitazione del meccanismo auto-correttivo insito in ogni persona, infatti, chi si occupa di tale tecnica viene definito “Facilitatore”. Questa Tecnica viene applicata attraverso una palpazione delicata e non invasiva sul corpo della persona che richiede un trattamento, il quale avviene senza far togliere i vestiti e con la persona preferibilmente distesa su un lettino per massaggi.

Il tocco molto leggero, paragonabile a un peso di 5 grammi, aiuta il Facilitatore a percepire il ritmo cranio-sacrale in particolar modo nei distretti ossei maggiormente correlati al sistema idraulico (cranio, osso sacro, colonna vertebrale, pelvi), ma è ovviamente percepibile anche in altri punti del corpo (clavicole, piedi, etc.). Contemporaneamente al ritmo cranio-sacrale (che ha una sua simmetria, qualità, ampiezza e frequenza in tutto l’organismo), il Facilitatore è in grado di percepire anche le diverse tensioni a livello fasciale (“restrizioni”), rilasciandole ed attivando appunto quei processi auto-correttivi che favoriscono il benessere della persona.

In Italia tale tecnica è definita come tecnica del benessere ed è regolamentata dalla Legge 4/2013, complementare alle terapie e successiva a diagnosi medica. Può essere applicata sia da operatori sanitari (es. medici, infermieri, fisioterapisti) sia dagli operatori del benessere che, a norma di Legge, vengono definiti Professionisti non Organizzati in Ordini o Collegi. Per quanto riguarda la mia esperienza di Facilitatore cranio-sacrale, dall’inizio dei miei studi di base e tuttora, seguo un percorso formativo che prevede un aggiornamento continuo anno dopo anno, presso l’Upledger Italia – Accademia Cranio-Sacrale.


Approfondimento. I fondamentali del Metodo 4Colors.

Tipi Psicologici: nel 1921 C. G Jung a seguito di studi definì i tipi psicologici, ovvero persone guidate da istinti/archetipi di cui descrisse 4 funzioni principali: sensazione, intuizione, pensiero e sentimento che si combinano con 2 attitudini “introversione ed estroversione” Teoria DISC. Dopo anni di ricerche W. Marston, inventore, insieme alla moglie, dello strumento progenitore del poligrafo (la macchina della verità), disegnò quattro stili di personalità e nel 1928 formulò la teoria DISC (Dominante, controllo/potere e autoaffermazione; Influente, situazioni sociali e comunicazione; Stabile, pazienza e persistenza; Coscienzioso, propensione alle strutture e organizzazione, regole). Fece questo concentrando i suoi studi non sugli aspetti “patologici” dei comportamenti (differentemente dai suoi colleghi contemporanei), ma su come le persone rispondevano a particolari situazioni sulla base della percezione che avevano di sé e dell’ambiente. Attraverso tali ricerche evidenziò che le persone maggiormente efficaci e produttive si comportano in maniera compatibile con le richieste e le aspettative dell’ambiente.

Programmazione neurolinguistica: è il modello di comunicazione definito da J. Grinder e R. Bandler che in particolare ci permette di comprendere qual è il linguaggio alla base filmati della nostra mente e pertanto come ci rappresentiamo il mondo esterno. Infatti ognuno di noi hai dei “canali rappresentazionali” preferenziali con cui filtrare la realtà in cui ci muoviamo: ci sono soggetti “visivi” e che pertanto usano la vista per filtrare il mondo, le informazioni e imparare; gli “auditivi” che elaborano la realtà grazie ai suoni, alle parole più che con le immagini; ci sono i “cinestesici” che usano il filtro delle loro emozioni e delle sensazioni che in un momento specifici provano; gli “auditivi digitali” (o “dialogo interno”) sono coloro che filtrano la realtà attraverso la proposizione di domande cercando di fare un’analisi dettagliata prima di ogni azione

Sinergologia: è una disciplina che studia il linguaggio non verbale delle persone, tutto ciò che esse esprimono (emozioni, pensieri e desideri) al di là delle parole. Una buona parte dei gesti sono inconsci, e arrivano prima del pensiero cosciente (2-6” prima), si suddividono in 3 categorie:

  • postura, legata ai sentimenti (più stabili/durevoli), sostanzialmente conscia
  • gesti, legati alle emozioni (più fugaci), solo a volte consci
  • microgesti, correlati alle pulsioni (velocissime e incontrollabili), inconsci

Neuroscienze: sempre più attuali e che stanno portando alla luce tantissimi studi e ricerche. Di fatto un grandissimo contenitore di informazioni che mette insieme biologia (compreso gli studi evoluzionistici), scienze matematiche, scienze cognitive, linguistica, filosofia etc. e che ci aiuta a comprendere alcuni dei nostri comportamenti: come la reazione “combatti e fuggi” di fronte a un pericolo (legata al cervello rettiliano, l’area più antica del nostro cervello, che ha oltre 600 milioni di anni), come ci emozioniamo e ricordiamo gli eventi (sistema limbico, 200 milioni di anni) e tutto ciò che riguarda le nostre connessioni sociali (neocorteccia, 200 mila anni)

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