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Follia è fare sempre la stessa cosa, aspettandosi risultati differente 

Albert Einstein

Nel 2014 mi dissi che i tempi erano maturi per procedere a un radicale cambiamento della mia vita professionale, avevo cambiato già molto del mio modo di vivere le relazioni con la partner, il mio stile alimentare e avevo portato molta attenzione al mio benessere psicofisico. Sapevo quindi in alcuni contesti “dove dirigermi” e in altri da “dove andare via”.

E siccome il caso non esiste, ma esistono le coincidenze, ecco che una mia cara amica che conosco da tanti anni e con cui collaboro, mi suggerì di seguire alcuni corsi di “crescita personale” e in particolare seguii dei corsi tenuti da Lucia Giovannini e Nicola Riva, a cui sono molto riconoscente per avermi dato strumenti straordinariamente utili per procedere nel cambiamento.

Così mi avvicinai allo studio del coaching di tipo “generativo”, che si basa sui principi della neuro-semantica

Come sapete ci sono tante tipologie di coaching “life”, “business”, “executive”, “love”, “diet”, “sportivo” etc –ma di fatto tutti hanno il medesimo obiettivo quello di facilitare i processi interni alla persona (o a un team) per creare cambiamento, focus sugli obiettivi, trovare un nuovo equilibrio nei vari ambiti della propria vita.

A volte mi chiedono perché continuo a parlare di cambiamento, equilibrio dinamico. Che lo si veda da un punto di vista biologico o sociale noi cambiamo giorno dopo giorno: sia a livello cellulare sia a livello di schemi mentali, che nascono dai nostri “stati”: ovvero dai nostri pensieri (e anche dalle parole che ci diciamo), dalle nostre emozioni, dalle emozioni che nascono dai nostri pensieri e dai pensieri che nascono dalle nostre emozioni. Sembra contorto, ma appunto questo processo determina le nostre credenze (cosa crediamo a proposito di contesti, esperienze, etc.). E purtroppo alcune di queste credenze tendono a bloccarci nel nostro percorso e diventare degli impedimenti anche a livello relazionale.

Questi schemi, quando non funzionali (e spesso non ne abbiamo la consapevolezza) possono esser ristrutturati, riorganizzando i percorsi neuronali che li attivano, attraverso la loro presa coscienza e l’attivazione di un processo di cambiamento di visione. Ed ecco, con anche una costante applicazione, di questi nuovi schemi possiamo dirigerci verso in nostri obiettivi.
In sintesi nel coaching si supporta una persona (“coachee”), o un gruppo, a prendere delle decisioni, ad attuare dei cambiamenti, ma saranno sempre la persona o il gruppo a SCEGLIERE e mai e poi mai un “life coach” dirà ciò che si deve fare.

Importante sottolineare che il coaching non ha nulla a che fare con Psicoterapia, Counseling (soprattutto nella sua accezione anglosassone), ambiti dove c’è una persona che ha necessità di un supporto decisamente diverso, e neanche con aspetti relativi al Mentoring, alla Consulenza, al Training, ambiti in cui la competenza tecnica è il fulcro della relazione di aiuto.

E’ importante ricordare che, a differenza delle professioni regolamentate, questa professione è priva di un Ordine professionale e lo Stato non ha ancora definito i requisiti i requisiti minimi per il suo esercizio.

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